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IVO SAGLIETTI LO SGUARDO NOMADE Mostra fotografica



Nell’esposizione ospitata nel Museo Nazionale del Risorgimento, attraverso 53 fotografie in bianco e nero viene ripercorso il tragitto professionale, dagli anni Ottanta del secolo scorso al 2018, del grande fotografo Ivo Saglietti, recentemente scomparso.
La mostra Ivo Saglietti - Lo sguardo nomade a cura di Tiziana Bonomo, organizzazione e supervisione di Michele Ruggiero, è un saggio su una parte di esperienze vissute da Saglietti in oltre quarant’anni di carriera: dall’inizio delle rivolte in Centro America, in Cile e Perù, ad Haiti e poi il vicino Oriente e Mar Musa in Siria.L’Associazione La Porta di Vetro e il suo presidente Michele Ruggiero utilizzano ancora una volta una mostra fotografica per dare respiro a eventi che appartengono alla nostra storia contemporanea, ma con la consapevolezza, in questo caso colma di tristezza, che la storia professionale di Ivo Saglietti entra a titolo definitivo nel Pantheon che raccoglie i grandi fotoreporter del nostro Paese. L’organizzazione e la curatrice ringraziano sentitamente il Consiglio regionale del Piemonte, il Comitato Diritti Umani e Civili e Intesa Sanpaolo cui si deve la realizzazione della mostra.

MOSTRA FOTOGRAFICA
Titolo Ivo Saglietti Lo Sguardo Nomade
Fotografie Ivo Saglietti
Curatela Tiziana Bonomo
Organizzazione e supervisione Michele Ruggiero
Dove MUSEO NAZIONALE DEL RISORGIMENTO ITALIANO Palazzo Carignano - piazza Carlo Alberto 8, Torino
Il Museo è aperto dal martedì alla domenica dalle ore 10 alle ore 18 (ultimo ingresso 17.00)
La visita alla mostra è inclusa nel biglietto di ingresso del Museo.
Per informazioni +39 0115621147 - www.museorisorgimentotorino.it – www.laportadivetro.com
Inaugurazione 12 dicembre 2023 dalle ore 18.00
Durata dal 13 dicembre 2023 al 28 gennaio 2024

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RIVOLUZIONI
Incontro con Ivo Saglietti e Domenico Quirico

date » 27-09-2018 08:42

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tags » Incontro, ArtPhotò, artphotobonomo, Rivoluzioni, Ivo Saglietti, Domenico Quirico, fotografia,

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Continua il dialogo tra chi scrive e chi fotografa, tra la parola e l’immagine.
Domenico Quirico ha accettato di condurre per ArtPhotò una serie di incontri sui temi che più lo rendono noto al grande pubblico come giornalista, narratore della sofferenza umana, esperto conoscitore di guerre e conflitti di tutto il vicino e medio oriente e dell’Africa con la migrazione. La sua convincente scrittura a confronto con quella altrettanto efficace di alcuni grandi fotoreporter. Fa da trait d’union nei confronti di fotografi che hanno fatto e fanno grande la storia del foto-reportage.
Dopo Ferdinando Scianna prosegue il racconto con un maestro del reportage, un testimone silente, audace, sempre presente in fatti che hanno rivoluzionato la Storia,uno straordinario, umano fotoreporter: Ivo Saglietti. È già conosciuto da molti di voi ma in questo contesto il tema dell’incontro è più incisivo che mai: RIVOLUZIONI!

IVO SAGLIETTI
È tra i pochi fotografi italiani ad avere vinto per ben tre volte un premio al World Press Photo. Nei primi anni Settanta Ivo Saglietti (Tolone, 1948) inizia a lavorare in Italia come regista, realizzando documentari su temi sociali. Dal 1978 si dedica esclusivamente alla fotografia di reportage, documentando le realtà sociali e politiche più critiche in diverse aree del mondo: Nicaragua, Cuba, Cile, Libano, Palestina, Colombia, Haiti, Uganda, Tanzania, Benin, Macedonia, Marocco, Kosovo, Uzbekistan, Nigeria. Tra i suoi progetti più importanti ricordiamo quello realizzato in Cile tra il 1986 e il 1988, durante l’ultimo periodo della dittatura di Pinochet. All’inizio degli anni Novanta, Saglietti è in America Latina, in occasione dei cinquecento anni dalla scoperta dell’America, per una nuova ricerca dalla quale nasce la mostra Fotografie dal Nuovo Mondo. Nel 2004 inizia a lavorare a The Big Three, un progetto sulle tre grandi malattie endemiche – tubercolosi, malaria, AIDS – che ancora oggi colpiscono soprattutto i paesi più poveri del mondo.
Nel 2000 diventa membro dell’agenzia tedesca Zeitenspiegel e nel 2005 dell’agenzia Prospect.
Ha pubblicato ed esibito il suo lavoro in tutto il mondo e nel corso della sua lunga carriera ha ricevuto molti prestigiosi riconoscimenti, tra cui il World Press Photo, il premio Enzo Baldoni e il premio Chatwin Occhio Assoluto. Lavora con Zeitenspiegel, un’agenzia tedesca nata 30 anni fa dalla visione del fotografo Uli Rheihardt.

DOMENICO QUIRICO
E’ giornalista de La Stampa, responsabile degli esteri, corrispondente da Parigi e ora inviato. Ha seguito in particolare tutte le vicende africane degli ultimi venti anni dalla Somalia al Congo, dal Ruanda alla primavera araba. Nell'agosto 2011 è stato rapito in Libia e liberato dopo due giorni. Il 9 aprile 2013, mentre si trovava in Siria come inviato di guerra, di lui si perde ogni traccia. La prima notizia del suo rapimento giunge il 6 giugno quando viene diffusa la notizia che Quirico è ancora vivo. Viene infine liberato l'8 settembre 2013, dopo 5 mesi di sequestro, grazie ad un intervento dello Stato Italiano e infine riportato a casa. È stato 22 ore in mare, gomito a gomito con 113 ragazzi tunisini stipati in una barca di 10 metri. Tutto per raccontare, «nella maniera più onesta possibile», l’odissea di questi giovani. «Siamo abituati ai silenzi di Domenico, che si ripetono quasi in ogni suo viaggio, tanto che l’ultima volta che era stato in Mali non lo avevamo sentito per sei giorni. Fanno parte del suo modo di muoversi e di lavorare... La sua strategia è viaggiare da solo, tenendo un profilo bassissimo e mimetizzandosi tra le popolazioni» (Mario Calabresi). Ha vinto nel 2018 il Premio Terzani per la letteratura, nel 2017 il Premio per la letteratura Albatros, i premi giornalistici Cutuli e Premiolino, nel 2013, il prestigioso Premio Indro Montanelli. Ha scritto quattro saggi storici per Mondadori: Adua, Squadrone bianco, Generali, Naja e Primavera Araba per Bollati Boringhieri. Presso Neri Pozza ha pubblicato: Ombre dal fondo, Esodo. Storia del nuovo millennio, Il Grande Califfato, Il paese del male e Gli Ultimi: la magnifica storia dei vinti. Ha scritto con Laterza: Succede ad Aleppo.

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